Spero che il Signore tuo Dio, udite le parole del gran coppiere che il re di Assiria suo signore ha mandato per insultare il Dio vivente lo voglia castigare per le parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane in vita».
Così andarono i ministri del re Ezechia da Isaia.
Disse loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le parole che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno ingiuriato.
Ecco io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena udrà una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò cadere di spada».
Ritornato il gran coppiere, trovò il re di Assiria che assaliva Libna. Egli, infatti, aveva udito che si era allontanato da Lachis.
Appena Sennà cherib sentì dire riguardo a Tirà ka, re di Etiopia: «E' uscito per muoverti guerra» inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli:
«Direte così a Ezechia, re di Giuda: Non ti illuda il tuo Dio, in cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re di Assiria;
ecco tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi che hanno votato alla distruzione; soltanto tu ti salveresti?
Gli dei delle nazioni che i miei padri hanno devastate hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e la gente di Eden in Telassà r?
Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvà im, di Enà e di Ivvà ?».
Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri, la lesse, quindi salì al tempio del Signore. Ezechia, spiegato lo scritto davanti al Signore,
lo pregò:
«Signore degli eserciti, Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto i cieli e la terra.
Porgi, Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e guarda; ascolta tutte le parole che Sennà cherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente.
E' vero, Signore, i re di Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori;
hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però non erano dei, ma solo lavoro delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti.
Allora Isaia, figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennà cherib re di Assiria.
Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui: la vergine figlia di Sion. Dietro a te scuote il capo la figlia di Gerusalemme.
Chi hai insultato e schernito? Contro chi hai alzato la voce e hai elevato, superbo, gli occhi tuoi? Contro il Santo di Israele!
Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il Signore e hai detto: «Con la moltitudine dei miei carri sono salito in cima ai monti, sugli estremi gioghi del Libano, ne ho reciso i cedri più alti, i suoi cipressi migliori; sono penetrato nel suo angolo più remoto, nella sua foresta lussureggiante.
Io ho scavato e bevuto acque straniere, ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi tutti i torrenti dell'Egitto».
Non l'hai forse sentito dire? Da tempo ho preparato questo, dai giorni antichi io l'ho progettato; ora lo pongo in atto. Era deciso che tu riducessi in mucchi di rovine le fortezze;
i loro abitanti impotenti erano spaventati e confusi, erano come l'erba dei campi, come tenera verzura, come l'erba dei tetti, bruciata dal vento d'oriente.
Io so quando ti alzi o ti metti a sedere, io ti conosco sia che tu esca sia che rientri.
Ritornerà per la strada per cui è venuto; non entrerà in questa città . Oracolo del Signore:
Io proteggerò questa città e la salverò, per riguardo a me stesso e al mio servo Davide.
Ora l'angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco erano tutti cadaveri.
Sennà cherib re di Assiria levò le tende e partì; tornato a Ninive, rimase colà .
Ora, mentre egli era prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat. Assarhà ddon suo figlio regnò al suo posto.