I loro uccisi sono gettati via, si diffonde il fetore dei loro cadaveri; grondano i monti del loro sangue.
Tutta la milizia celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il pampino della vite, come le foglie avvizzite del fico.
Ne prenderanno possesso il pellicano e il riccio, il gufo e il corvo vi faranno dimora. Il Signore stenderà su di essa la corda della solitudine e la livella del vuoto.
Non ci saranno più i suoi nobili, non si proclameranno più re, tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla.
Nei suoi palazzi saliranno le spine, ortiche e cardi sulle sue fortezze; diventerà una tana di sciacalli, un recinto per gli struzzi.
Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora.
Egli ha distribuito loro la parte in sorte, la sua mano ha diviso loro il paese con tutta esattezza, lo possederanno per sempre, lo abiteranno di generazione in generazione.