Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva in lacrime: «Figlio mio! Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!».
Fu riferito a Ioab: «Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne».
Il popolo in quel giorno rientrò in città furtivamente, come avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita in battaglia.
Il re si era coperta la faccia e gridava a gran voce: «Figlio mio Assalonne, Assalonne figlio mio, figlio mio!».
Allora Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu copri oggi di rossore il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle tue mogli e alle tue concubine,
Allora il re si alzò e si sedette sulla porta; fu dato quest'annunzio a tutto il popolo: «Ecco il re sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla presenza del re. Gli Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda.
In tutte le tribù d'Israele tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dal paese a causa di Assalonne.
Dite ad Amasà : Non sei forse mio osso e mia carne? Dio mi faccia questo e mi aggiunga quest'altro, se tu non diventerai davanti a me capo dell'esercito per sempre al posto di Ioab!».
Così piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi ministri».
Il re dunque tornò e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero a Gà lgala per andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.
Simeì, figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettò a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide.
e avevano servito per far passare la famiglia del re e per fare quanto a lui sarebbe piaciuto. Intanto Simeì, figlio di Ghera, si gettò ai piedi del re nel momento in cui passava il Giordano
e disse al re: «Il mio signore non tenga conto della mia colpa! Non ricordarti di quanto il tuo servo ha commesso quando il re mio signore è uscito da Gerusalemme; il re non lo conservi nella sua mente!
Davide disse: «Che ho io in comune con voi, o figli di Zeruià , che vi mostriate oggi miei avversari? Si può mettere a morte oggi qualcuno in Israele? Non so dunque che oggi divento re di Israele?».
Il re disse a Simeì: «Tu non morirai!». E il re glielo giurò.
Ma egli ha calunniato il tuo servo presso il re mio signore. Però il re mio signore è come un angelo di Dio; fà dunque ciò che sembrerà bene ai tuoi occhi.
Lascia che il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città presso la tomba di mio padre e di mia madre. Ecco qui mio figlio, il tuo servo Chimà m; venga lui con il re mio signore; fà per lui quello che ti piacerà ».
Il re rispose: «Venga dunque con me Chimà m e io farò per lui quello che a te piacerà ; farò per te quello che desidererai da me».
Poi tutto il popolo passò il Giordano; il re l'aveva gia passato. Allora il re baciò Barzillà i e lo benedisse; quegli tornò a casa.
Così il re passò verso Gà lgala e Chimà m era venuto con lui. Tutta la gente di Giuda e anche metà della gente d'Israele aveva fatto passare il re.